La missione in Mongolia

a missione in Mongolia fu decisa il 16 novembre 2001 dai consigli generali dei missionari(IMC) e missionarie della Consolata (MdC). Si opta per un’apertura in Mongolia per le seguenti motivazioni:

La Mongolia, per la sua realtà e storia, risponde ai seguenti criteri missionari:

• Primo annuncio tra i non cristiani;
• dialogo con le grandi religioni;
• presenza di consolazione tra popolazioni povere.

Gli inizi

La novità di quest’apertura missionaria non era data solo dalla sua nota geografica ma sopratutto dallo stile di missione, diverso da quello fin'ora sperimentato dai due Istituti. Il gruppo ha ricercato alcuni punti forti su cui costruire il proprio "vivere insieme" nella missione in Mongolia:
· Vivere e far crescere la comunione fra noi.
· Vivere un tempo di scoperta di noi stessi e del progetto di vita comune.
· Impegno a continuare una formazione culturale e religiosa.
· Impegno a vivere un rapporto intenso con Dio, arricchiti anche dagli elementi di spiritualità propri della chiesa e cultura asiatica.
Basandoci su questi obiettivi abbiamo organizzato il nostro vivere di tutti i giorni con numerosi incontri di discernimento, verifica e programmazione sempre affidandoci alla guida dello Spirito e alla protezione della Consolata.

Le nostre prime difficoltà:

All'inizio di ogni nuova esperienza missionaria non mancano i problemi da affrontare. Fanno parte della missione. Questo non ha però inciso in maniera negativa sulla gradualità del percorso ma al contrario ha rafforzato l'esperienza e la coesione del gruppo.
a. Il primo problema (ma allo stesso tempo un aspetto positivo) era dettato dalla novità del luogo e dalla mancanza di un modello predefinito di missione. Così il primo gruppo di padri e suore arrivato ad Ulaanbaatar non aveva previi parametri missionari a cui fare riferimento e dai quali prendere ispirazione. Quindi al gruppo si è presentato un campo aperto nel quale potersi muovere e costruire piano piano luoghi e stili di presenza propri.
b. La chiesa cattolica, presente nel Paese e’ essa stessa alla ricerca di una chiara identità e di stile di presenza.
e. Si sa che per entrare in profondità in una cultura è richiesta una buona conoscenza della lingua. Lo studio della lingua mongola ci ha impegnato in un processo molto più lungo e laborioso di quanto si fosse preventivato.
d. Non conoscendo la lingua non abbiamo potuto assumere degli impegni pastorali o attività simili. Questo ci ha obbligati ad una "inattività forzata" per un periodo di tempo prolungato che ha in qualche modo ha pesato su chi veniva da esperienze di missione e di lavoro pastorale.

La nostra prima missione

Dopo una prima fase di adattamento in questa esperienza di "missione insieme" e con qualche conoscenza della lingua mongola si e’ cominciato a pensare più concretamente all'apertura della nuova missione.
Inizialmente molte sono state le domande informali sulle varie regioni fatte agli altri missionari, al vescovo, ai nostri professori, agli amici mongoli. Prevalse però l'idea che bisognava avere una conoscenza diretta dei luoghi prima di decidere qualche cosa. Nell’estate del 2004 il gruppo ha programmato di visitare alcuni territori del paese, più precisamente le regioni:
UVURKHANGAI e ARKHANGAI ad ovest del paese
KHENTII, SUKHBAATAR e DORNOD ad est
DORNOGOV a sud.

Il 19 febbraio 2005 ci siamo radunati quindi per una valutazione complessiva delle ricerche fatte in vista di qualche prospettiva futura. Durante la Novena all'Allamano abbiamo chiesto a Lui di esserci vicino e di accompagnarci in questo processo di discernimento come aveva fatto con i primi missionari. Il gruppo ha indicato la parte centrale della Mongolia, che comprende le regioni dell'UVURKHANGAI e ARKHANGAI, come la zona che sembrava rispondere meglio ai nostri criteri.

La scelta di Arvaiheer

Ci siamo chiesti concretamente da dove iniziare. Essendo regioni piuttosto simili la scelta non è stata facile. Ci pare però che la regione dell'Uvurkhangai e la sua capitale Arvaikheer siano i possibili luoghi dove poter iniziare.
Alcune ragioni per questa scelta indicativa:
· Per quanto sappiamo non ci sono presenze di altre chiese.
· C’e’ un tempio buddista abbastanza grande per poter iniziare un dialogo inter-religioso.
· E' la regione con il più alto numero di abitanti (ab. 111420)
· Arvaikheer (19058 ab) e' più popolata rispetto a Tsetserleg (4290 ab.) con il maggior numero di Sum (o villaggi) (21 centri).
· La chiesa cattolica è conosciuta ed apprezzata dall'amministrazione per gli interventi già operati dalla Caritas.
· Uno dei centri della regione e' la famosa capitale Kharkhorin indicata come possibilità di presenza anche dall'attuale Nunzio Apostolico sua ecc. mons. Emil Paul Tscherrig, come segno del ritorno dei missionari nell'antica capitale mongola (assenti dagli anni 1250!!!). Anche il governo a più riprese avrebbe progettato di spostare proprio qui la capitale del paese. Pochi però credono alla fattibilità del progetto per gli investimenti che richiederebbe non alla portata delle risorse della nazione.


Uno stile

Man mano che si macinavano i chilometri nelle visite alle diverse regioni e alle loro capitali cresceva un nuovo interrogativo: nuova missione si, ma con quale stile? Con quale "spirito" ? direbbe il nostro fondatore beato G. Allamano.

Nella revisione ne era scaturita un'interessante sintesi che e’ rimasta come principio ispiratore per altre scelte successive. La riportiamo di seguito:
1. Per rispondere alle intenzioni dei nostri Capitoli e Direzioni Generali
· Ad Gentes e Primo annuncio nel segno dell'itineranza
2. Esprimendo chiaramente la nostra identità
· Chiarezza nel presentarci come persone di Dio
· Per radunare la gente nel nome e attorno al Signore costruendo la chiesa.
3. Sostenuti da una profonda spiritualità, sensibili alla tradizione asiatica.
· Sguardo attento e "contemplativo" per leggere i "segni" che il Signore ci rivela lungo il cammino.
4. Con un radicato stile comunionale nei rapporti comunitari e nelle relazioni sociali
· Considerando la comunità come ricchezza primaria
· Dalla comunione sgorga la missione (vi riconosceranno dall'amore tra di voi). Implica collaborazione, fraternità, complementarità, dialogo, apertura e partecipazione
· Nelle pianificazioni comunitarie
· In comunione con la chiesa locale
5. Nel segno della "Consolazione"
· I più bisognosi sono i nostri prediletti
· Attenzione a bisogni e necessità della gente
· Favorendo "ciò che dà vita"
· Capaci di rendere le persone soggetti del proprio sviluppo
6. Con semplicità
· Nella vicinanza e condivisione con la gente (famiglie e giovani... )
· Con visite e contatti diretti
· Nella "leggerezza" delle nostre strutture
7. Con un'azione apostolica di qualità
· Offrendo alla chiesa locale il nostro specifico contributo allo sviluppo di una pastorale inculturata.Da allora numerose sono state le visite ad Arvaiheer, gli incontri con le autorità locali, lo studio della regione fino alla presenza stabile della prima comunità nel settembre del 2006.